sábado, 23 de setembro de 2023

Padre Pio de Pietrelcina

Hoje é dia de São Pio de Pietrelcina, mais conhecido por 'Padre Pio'. O Padre Pio foi frade num convento franciscano em San Giovanni Rotondo (Foggia). Este santo ficou conhecido pelas horas seguidas que passava no confessionário, pelas muitas conversões que conseguiu com isso e pelos muitos milagres que fez ainda em vida. 

Padre Pio, à semelhança de São Francisco de Assis, recebeu também os estigmas. As feridas nas suas mãos sangravam constantemente. Deixamos aqui uma pequena meditação deste grande Padre Pio sobre a agonia de Nosso Senhor:

Espírito Divino iluminai a minha inteligência, inflamai o meu coração, enquanto medito na Paixão de Jesus. Ajudai-me a penetrar nesse mistério de amor e sofrimento do meu Deus, que, feito homem sofre, agoniza, morre por mim.

Ó Eterno, ó Imortal, descei até nós para sofrer um martírio inaudito, a morte infame sobre a cruz no meio dos insultos, de impropérios e ignomínias, a fim de salvar a criatura que o ultrajou e continua a atolar-se na lama do pecado. O homem saboreia o pecado e, por causa do pecado, Deus está mortalmente triste; os tormentos duma agonia cruel fazem-no suar sangue!... Não, não posso penetrar neste oceano de amor e de dor sem a ajuda da vossa graça, ó meu Deus.

Abri-me o acesso à mais íntima profundidade do coração de Jesus, para que eu possa participar da amargura que o conduziu ao Jardim das Oliveiras, até às portas da morte — para que me seja dado consolá-lo no seu extremo abandono. Ah! Pudesse eu unir-me a Cristo, abandonado pelo Pai e por Si próprio, a fim de expirar com Ele!''

in 'A Agonia de Jesus'' - 'Padre Pio da Pietrelcina Meditazioni' (Edizioni Casa Sollievo della Sofferenza San Giovanni Rotondo Foggia, 1991)


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4 comentários:

Alex Antunes disse...

Grande santo! Admiro muito o Padre Pio! Que ele interceda por mim.

Alex Antunes disse...

Vejam! Provavelmente o Padre Pio sabia o conteúdo do 3º Segredo de Fátima!

Jesús Reveló al Padre Pío el Tercer Secreto de Fátima [¿que contiene?]

https://youtu.be/aUil5yjdrfk

Anónimo disse...

Homilia sobre o Padre Pio

https://youtu.be/iqynt4gyMWM

Anónimo disse...

La fama di santità di padre Pio tornò a raggiungere, a Milano, Agostino Gemelli: il medico francescano che si preparava allora a fondare l’Università cattolica del Sacro Cuore, e la cui formazione scientista mal si prestava all’indulgenza verso i fenomeni carismatici. Dopo una visita compiuta a San Giovanni Rotondo fra il 19 e il 20 aprile 1920, padre Gemelli inoltrò al tribunale vaticano del S. Uffizio un severo rapporto, nel quale non si accontentò di denunciare l’«atmosfera di suggestione» (Luzzatto, 2007, p. 81) che circondava il frate con le stigmate. Guardando al caso di padre Pio da psicologo oltreché da istologo, Gemelli diagnosticò la manifestazione somatica di una sindrome isterica.

Più che un essere umano abitato dal sovrumano, padre Pio era – secondo il rapporto di Gemelli – un povero di spirito: «un uomo a ristretto campo della coscienza, abbassamento della tensione psichica, ideazione monotona, abulia». «Si tratta di un caso di suggestione inconsciamente prodotto dal Padre Benedetto in un soggetto malato com’è il P. Pio e che ha condotto a quelle caratteristiche manifestazioni di psittacismo che sono proprie della struttura isterica». Stando così le cose (e a fronte dell’«accorrere incessante» di pellegrini italiani come stranieri), Gemelli mostrava pochi dubbi sul da farsi. Occorreva «togliere per alquanto tempo il P. Pio dall’ambiente artificioso in cui è», sottoponendolo all’esame di una commissione mista formata da un medico, da uno psicologo e da un teologo. La presenza di quest’ultimo rischiava peraltro di servire a poco, in quanto il frate di Pietrelcina non presentava «nessuno degli elementi caratteristici della vita mistica» (ibid.).

Fra il 1921 e il 1922, emissari del S. Uffizio raccolsero a San Giovanni Rotondo ulteriori elementi − la circolazione di sostanze chimiche all’interno del convento, tali da far sospettare manipolazioni improprie delle stigmate; la promiscuità di vita del frate con le terziarie francescane della sua cerchia; il traffico di reliquie intorno al sangue delle piaghe − che convinsero il tribunale della fede a imboccare risolutamente la strada della repressione. Né l’atteggiamento del S. Uffizio mutò dopo la morte di papa Benedetto XV, nel gennaio 1922, e l’avvento al soglio petrino di papa Pio XI.

Contro il culto di padre Pio, le gerarchie vaticane impiegarono l’arsenale che riservavano da secoli agli individui sospetti di «affettata santità». Per un decennio, a partire dal 1923, applicarono una varietà di provvedimenti intesi a limitare la portata del ministero sacerdotale di padre Pio e l’impatto di questo sulla comunità dei fedeli. Pubblicate a partire dal 1924, le prime biografie – cioè le prime agiografie – del frate con le stigmate vennero regolarmente iscritte all’Indice dei libri proibiti, e la sua corrispondenza fu sistematicamente controllata. A tratti, il cappuccino si vide vietata la facoltà stessa di confessare i penitenti e di officiare in pubblico il rito eucaristico.